Recensione – Persone normali di Sally Rooney

Un mio amico mi ha proposto una lettura condivisa di Persone normali di Sally Rooney, in quanto piacevolmente colpito da Parlarne tra amici. Di solito non leggo narrativa contemporanea, quindi è stato un buon modo per mettersi in gioco con qualcosa di differente: nel complesso, non me ne sono pentito!

Scheda del libro

Titolo Persone normali
Autore Sally Rooney
Data 2018
Pubblicazione italiana 2019
Editore Einaudi
Traduttore Maurizia Balmelli
Titolo originale
Normal People
Pagine 248
Reperibilità Reperibile in cartaceo e in ebook

Trama

Persone normali racconta la storia di Marianne e Connell, due giovani irlandesi, all’interno di un arco temporale ben preciso: dal 2011 al 2015. Marianne ci viene presentata come “strana”, molto solitaria e non integrata con la classe; Connell invece è apprezzato e ben voluto da tutti a scuola. I due ruoli, curiosamente, si invertiranno durante gli anni universitari. Su Goodreads, Persone normali viene classificato come Romance dopo Fiction e Contemporary. Il rapporto tra i due è al centro di Persone normali, sebbene all’inizio non venga in alcun modo definito. Marianne e Connell hanno una relazione molto particolare, a fasi: ci sono periodi in cui passano ogni giorno insieme, periodi in cui sono separati a si frequentano con altre persone. Ho apprezzato la mancanza di elucubrazioni infinite sul loro rapporto; ci sono, sì, delle riflessioni a riguardo, ma niente di troppo pesante o morboso. La trama scorre tranquillamente, il “problema” per me si riscontra nello stile dell’autrice…

Stile

In Persone normali ogni capitolo riguarda un mese specifico della vita dei ragazzi, che focalizza l’attenzione su periodi o eventi specifici. Un’idea, in teoria, brillante, ma nella pratica non tanto: infatti, sono frequenti dei flashback piuttosto lunghi, che in qualche modo vanificano la presentazione cronologica della narrazione. Non è stato un problema particolarmente fastidioso – voglio dire, siamo tutti abituati ai flashback – tuttavia ho trovato un po’ strano che i capitoli parlino di un mese specifico dell’anno per poi tornare indietro nel tempo a parlare di altro. Un’altra caratteristica degna di nota della Rooney è la mancanza delle virgolette che introducono i dialoghi; una peculiarità che crea più confusione che altro. Ad esempio…

Marianne rimette lo yogurt nel frigo e chiede a Joanna se non le sembra strano essere pagata per le ore di lavoro – in altre parole, scambiare porzioni del suo tempo estremamente limitato su questa terra per quell’invenzione umana chiamata denaro.
È tempo che nessuno ti restituirà, aggiunge Marianne. Voglio dire, il tempo è reale.
Anche i soldi sono reali.
Be’, ma il tempo di piú. Il tempo è un fenomeno fisico, i soldi sono solo una costruzione sociale.
Sí, ma al lavoro sono comunque viva, dice Joanna. Sono comunque io, sto comunque facendo esperienza. Tu non lavori, ok, ma il tempo passa anche per te. Nemmeno a te lo restituiranno.
Però posso decidere cosa farci.
A questo oserei obiettare che anche la tua facoltà di decidere è una costruzione sociale.
Marianne ride. Lascia il reparto frigo e si dirige agli snack.
Non credo alla moralità del lavoro, dice. Certi lavori forse, ma tu non fai che spostare scartoffie in un ufficio, non contribuisci all’impresa umana.
Chi ha parlato di moralità?
Marianne prende un sacchetto di frutta secca e lo studia ma contiene uva passa, per cui lo rimette a posto e ne prende un altro. Giudico forse la tua pigrizia, io? dice Joanna.
Sotto sotto credo di sí. Giudichi Peggy.
Quella di Peggy è pigrizia mentale, è diverso.
Marianne schiocca la lingua come per rimproverare a Joanna la sua crudeltà, ma senza grande convinzione. Sta leggendo il retro di una confezione di mele secche.
Non vorrei mai che ti trasformassi in Peggy, dice Joanna. Mi piaci come sei.
Bah, Peggy non è poi cosí male. Sto arrivando alla cassa, devo mettere giú.
Ok. Chiama domani dopo la cosa, se hai voglia di parlare.
Grazie, dice Marianne. Sei un’amica. Ciao.

Immagino di non essermi mai reso conto dell’importanza delle virgolette nei dialoghi fino ad ora!

Tematiche

A parte la relazione principale, Persone normali tocca diverse tematiche interessanti: relazioni abusive, rapporti di potere, morte, percezione di sé stessi… È un peccato che l’autrice si limiti a lanciare delle riflessioni significative senza soffermarsi più di tanto.

Forse ho voglia di farmi trattare male, dice lei. Non so. A volte penso che mi merito delle brutte cose perché sono una brutta persona. Lui butta fuori il fumo. In primavera certe notti gli capitava di svegliarsi accanto a Marianne, e se anche lei era sveglia si infilavano nelle braccia l’uno dell’altra finché lui si accorgeva di essere dentro di lei. Non doveva dire niente, salvo chiederle se le andava, e le andava sempre. Nella sua vita niente è paragonabile a quello che provava allora. Spesso avrebbe voluto potersi addormentare dentro il suo corpo. Era una cosa che non avrebbe mai potuto avere con nessun’altra, e nemmeno l’avrebbe mai voluto. Dopo si limitavano a riaddormentarsi abbracciati, senza parlare. Non me ne hai mai parlato, dice. Quando eravamo… Con te era diverso. E noi pure, lo sai. Le cose erano diverse.

***

Non so cos’ho che non va, dice Marianne. Non so perché non riesco a essere come le persone normali. La sua voce è insolitamente fredda e distante, come fosse la registrazione della sua voce ascoltata dopo che lei se n’è andata o è partita per un’altra destinazione. In che senso? dice lui. Non so perché non riesco a farmi amare. Penso di essere nata sbagliata.

In questi due estratti (sono due momenti diversi del romanzo), Marianne scava un po’ dentro sé stessa, cerca di spiegarsi alcune dinamiche… ma si tratta sempre di uno spunto, qualcosa su cui non si va a fondo più di tanto. In altri casi, come l’esempio riportato qui sotto, con una frase riesce a condensare un mondo:

La vita è davvero tanto peggio qui che nel letto, o in qualche altro luogo completamente diverso? No, la vita è esattamente la stessa. La vita è quella cosa che ti porti appresso nella testa.

Conclusioni

Persone normali è un romanzo difficile da valutare, personalmente parlando; forse semplicemente non ho molto da dire. Ho apprezzato alcuni elementi, come la storia tra Connell e Marianne e le riflessioni emerse, mentre ho avuto difficoltà con altre cose, in particolare lo stile. Tuttavia, essendo un libro molto breve, non è stato troppo pesante da affrontare! Non so quanto mi rimarrà impresso in futuro, però potrei tranquillamente leggere altri lavori di Sally Rooney, ad esempio Parlarne tra amici.

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2 risposte a “Recensione – Persone normali di Sally Rooney”

  1. Giada dice:

    Devo dire che per me la lettura di Persone Normali è stata faticosa, e resta per me inspiegabile, considerando che Parlarne Tra Amici l’ho divorato in pochissimo tempo. A mio avviso a tratti è molto lento e a tratti superficiale. Mi aspettavo di più, non saprei dirti cosa, ma sicuramente l’aspettativa che avevo è rimasta un pochino delusa. Non lo boccio del tutto, ma non lo promuovo

    1. Psicologorroico dice:Autore

      Non sei la prima che ha trovato la lettura di Parlarne tra amici più scorrevole sai? Forse dovrei leggerlo pure io! Magari l’ispirazione per l’autrice si è esaurita col primo libro, chissà… Anche io sono del tuo stesso avviso, comunque: non lo boccio ma neanche lo consiglio.

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