Recensione – Il viaggio dell’assassino di Robin Hobb

Con Il viaggio dell’assassino si conclude la Trilogia dei Lungavista, una saga epica, profonda e scritta meravigliosamente. Faccio un po’ di fatica a riordinare le idee, perché la mole di cose accadute è enorme, e le emozioni vissute sono veramente tante. Posso dire a pelle che leggere Robin Hobb è stata una delle scelte più azzeccate che abbia mai fatto, in termini di letture. Avrei voluto scoprirla prima! Il viaggio dell’assassino è proprio la storia del viaggio di Fitz all’interno dei Sei Ducati e poi nelle profondità del regno delle montagne. In senso più ampio, è una descrizione da un punto di vista privilegiato della storia dei Lungavista in periodo di grandi difficoltà dovute agli attacchi dei pirati e al modo sconsiderato di regnare di Regal. Come ho fatto col precedente articolo, mi muoverò per tematiche e punti cruciali, cercando di collegare le riflessioni con i libri precedenti (attenzione: gli spoiler non sono segnalati, quindi non proseguite oltre se non avete letto il libro!).

Scheda del libro

Titolo  Il viaggio dell’assassino
Autore Robin Hobb
Data 1997
Pubblicazione italiana 2007
Editore Fanucci
Traduttore Paola Bruna Cartoceti
Titolo originale
Assassin’s Quest
Pagine 848
Reperibilità Reperibile in cartaceo e in ebook

Trama

Fitz ha finto la sua morte per sfuggire alla morte, trasferendosi momentaneamente nel corpo del suo lupo; sono Umbra e Burrich a disseppellire il corpo e rianimarlo, e dopo una iniziale difficoltà, Fitz torna a vivere come umano. Curiosamente, anche il secondo libro, L’assassino di corte, presentava una fase iniziale in cui il protagonista si stava riprendendo con difficoltà da una situazione pesante (in quel caso dal veleno di Regal, in questo caso, dalla fusione con Occhi-di-notte). Fitz, come sempre, è molto arrabbiato con tutti e litiga pesantemente sia con Burrich sia con Umbra; i due uomini se ne vanno per i fatti loro, e il ragazzo rimane solo come non lo era mai stato. Rimasto unicamente col lupo, si prefigge di uccidere Regal, che ormai si è trasferito all’interno del ducato di Armento. Questa scelta, sul momento, mi è apparsa molto bizzarra: non c’è alcuna possibilità che una persona sola, senza uno straccio di piano, possa uccidere un re protetto all’interno della sua corte. L’unica motivazione che riesco a darmi è che sia stato indotto da Fermo in questa missione suicida; Fitz contempla l’idea in uno dei suoi ragionamenti, ma non viene mai data una conferma.

flareonIl viaggio e Occhi-di-notte

Sul viaggio in sé dirò poco (anche perché è poco utile riassumerlo): le vicende sono interessanti e le premesse portano con sé un cambiamento davvero importante; per la prima volta assistiamo a un drastico cambiamento di setting e soprattutto… Fitz assume una nuova identità! Il ragazzo decide infatti di lasciar credere a tutti di essere morto; ovviamente, Regal non si lascia mica ingannare. Amando Robin Hobb, non mi è dispiaciuta la lunghezza de Il viaggio dell’assassino, sebben alcune parti sono forse tirate un po’ per le lunghe. In questo libro assistiamo ad una quotidianità tra Fitz ed Occhi-di-notte a cui non eravamo abituati, nonostante ci sia uno iato quando il lupo decide di unirsi ad un branco di lupi. Mi è piaciuta questa scelta, perché insomma Occhi-di-notte era diventato una soluzione a moltissimi problemi per Fitz, che per una fase del libro deve cavarsela unicamente sulle proprie forze.

flareonPersonaggi offscreen

Robin Hobb è parecchio brava nel delineare personaggi vividi e caratteristici, tuttavia la prospettiva limitata di Fitz non ci permette di trascorrere il tempo che vorremmo insieme a loro! Anzi, ne Il viaggio dell’assassino fortunatamente abbiamo un focus maggiore sul Matto e Kettricken! Ma altri personaggi, come Veritas e Pazienza, purtroppo li vediamo pochissimo… i sogni di Fitz aiutano in questo (sebbene rallentino la narrazione): quanto è figa Pazienza a capo di Castelcervo? Il fatto che questi personaggi, che tutto sommato compaiono poco a livello di numero di scene, mi siano rimasti così impressi è un merito di questa straordinaria scrittrice.

Verity feeding the Dragon – Art by Magali Villeneuve

flareonMolly e Burrich

Probabilmente molti saranno rimasti scioccati per la loro relazione… eppure io l’ho trovata perfettamente plausibile e contestualizzata. Facciamo un passo indietro. Fitz è giovane, e senza conoscere le regole del corteggiamento, inizia a dare false speranze alla giovane candelaia. Pazienza aveva avvertito il ragazzo, ma niente, per i motivi che abbiamo indagato nel libro precedente, Fitz insiste. Eppure la loro storia è fatta principalmente di sesso notturno e litigi, Fitz non c’è mai stato realmente per lei, non l’ha mai messa al primo posto anzi, le ha sempre mentito. Burrich e Molly sono davvero convinti che Fitz sia morto, altrimenti non avrebbero mai iniziato una storia (e questo è uno dei motivi per cui Fitz decide di ritirarsi alla fine, impedendo a Stornella di scrivere una canzone su di lui); le parole di Molly sono molto esemplificative.

«Ascoltami. Solo ascoltami. Per tutta la mia vita è stato… Prima mio padre. Mi diceva sempre che mi amava. Ma quando mi picchiava e mi malediceva, non mi sembrava amore. Poi Fitz. Lui giurava di amarmi e mi toccava dolcemente. Ma le sue bugie non mi sono mai sembrate amore. Adesso tu… Burrich, tu non mi parli mai d’amore. Non mi hai mai toccato, né per rabbia né per desiderio. Ma sia il tuo silenzio che il tuo sguardo mi parlano d’amore più di quanto abbiano mai fatto le loro parole o il loro tocco.»

Burrich c’è per lei, in modo silenzioso e affidabile: è la prima figura maschile davvero presente per Molly. Certo, noi sappiamo quanto il nostro Fitz sia ossessionato da lei e da Urtica, però dai pochi momenti in cui scopriamo il punto di vista della ragazza… beh, non ha tutti i torti. È Ciottola a suggerire a Fitz di lasciare andare Molly, con un discorso profondo e illuminante che sembrerebbe provenire da Robin Hobb stessa (plausibile, Ciottola ha una conoscenza espansa dall’Arte in quel momento).

[…]«Vivrai per amare di nuovo. Sai già di aver perduto la fanciulla della tua primavera, la tua Molly sulla spiaggia con il vento nei capelli castani e il suo mantello rosso. Sei stato lontano troppo a lungo da lei, e troppe cose sono capitate a tutti e due. E quello che amavi, quello che tutti e due amavate davvero, non era la presenza dell’altro. Era quel tempo della vostra vita. Era la primavera dei vostri anni, e la vita che scorreva forte dentro di voi, e la guerra alle porte e i vostri corpi forti e perfetti. Guarda indietro, nella verità. Scoprirai che ricordi tanti litigi e lacrime quanti incontri d’amore e baci. Fitz, sii saggio. Lasciala andare, e mantieni intatti quei ricordi. Salva quello che puoi di lei, e lascia che lei mantenga quello che può di quel selvaggio e audace ragazzo che amava. Perché sia lui che quell’allegra ragazzina ormai non sono altro che ricordi.»

Taylor Swift gif - Psicologorroico

Quanto è toccante e profondo il discorso di Ciottola? Ho dovuto rileggere questo passaggio più e più volte. Ovviamente Fitz si arrabbia e rifiuta la realtà dei fatti, cosa che lo porterà a prendere una scelta molto drastica…

flareonI ricordi

Il viaggio dell’assassino (ma in generale anche i libri precedenti) è un libro che dà un grande peso ai ricordi. Sono i ricordi di Molly e Urtica a mandare avanti Fitz, e la vendetta verso Regal alimenta la sua energia. Tuttavia, il peso del passato può essere decisamente invalidante: si può parlare proprio di ossessione in questo caso. Che fare allora di questi ricordi troppo dolorosi?

Il drago mi chiamava con insistenza. Improvvisamente seppi cosa mi aveva attirato in quel luogo. Prendi i ricordi di mia madre, e i sentimenti che accompagnavano i ricordi. Non voglio conoscerli affatto. Prendi il dolore in gola quando penso a Molly, prendi tutti i limpidi giorni con lei. Prendi la loro brillantezza e lasciami solo l’ombra di quello che vedevo e provavo. Lascia che io ci ripensi senza che la loro nitidezza mi tagli.

Fitz in quel momento non pensa alle ripercussioni di questo gesto: vuole solo cancellare il dolore. Anche in questo caso, le parole di Ciottola sono molto significative:

Lascia che ti dica una cosa, Fitz. Quello a cui hai rinunciato ti mancherà. Recupererai alcuni di quei sentimenti con il tempo, naturalmente. Tutti i ricordi sono collegati, e come la pelle di un uomo possono guarire. Con il tempo, lasciati a se stessi, quei ricordi avrebbero smesso di farti male. Un giorno potresti desiderare di richiamare quel dolore.»

flareonMomenti toccanti

Con voce burbera disse: «Sarebbe irrispettoso per l’abilità di Poiana tramandare questa spada con una lama intaccata. Prenditene cura meglio di quanto abbia fatto io, Fitz.» La rimise nel fodero e me la tese. I suoi occhi incontrarono i miei quando la presi. «E prenditi cura anche di te stesso meglio di quanto abbia fatto io. Ti amavo, lo sai» disse brusco. «Malgrado tutto quello che ti ho fatto, ti amavo.» Dapprima non riuscii a trovare una risposta. Poi, mentre raggiungeva il suo drago e poneva le mani sulla sua fronte, gli dissi: Non ne ho mai dubitato. E tu non dubitare mai che io ho amato te. Non credo che dimenticherò mai l’ultimo sorriso che mi rivolse.

Negli anni ’90, Robin Hobb parlava liberamente di amore tra due uomini, come se fosse una cosa normalissima. Un rapporto stranissimo, quello di Fitz e Veritas, difficile da definire e classificare. La lealtà di Fitz nei suoi confronti è stata impressionante (per quanto, dalla metà de Il viaggio dell’assassino in poi, impressa con l’Arte); ricordiamo che Veritas si rifiuta di mettere nel drago il ragazzo. Se questa dichiarazione mi ha colpito, vedere il Matto che bacia in bocca Fitz mi ha lasciato a bocca aperta! Si crea un bellissimo rapporto tra Fitz e il Matto in questo libro, con un elemento nuovo: Occhi-di-notte. Si realizza finalmente il “sogno” del lupo di appartenere ad un branco (con conseguente gelosia di Fitz)… questo terzetto condivide emozioni, sogni, paure e niente, è davvero bellissimo.

flareonIl destino di Regal

Non aveva forza, non aveva mai avuto alcuna reale forza d’Arte. Era stato tutto il potere della confraternita, quello che aveva manovrato. Mi sconvolse. Tutta la paura che avevo portato dentro di me, ormai per un anno. Per chi? Un bambino lagnoso e viziato che complottava per rubare i giocattoli dei fratelli maggiori. La corona e il trono non erano per lui più di quanto fossero stati i loro cavalli e le spade. Non aveva alcun concetto di come si governa un regno; voleva soltanto indossare una corona e fare quello che voleva. Prima sua madre e poi Galea avevano tramato per lui. Regal aveva imparato da loro soltanto un’astuta scaltrezza per ottenere quello che desiderava. Se Galen non avesse legato a lui la confraternita, Regal non avrebbe mai avuto alcun vero potere. Spogliato dell’Arte, lo vidi per quello che era; un bambino vezzeggiato con un’inclinazione per la crudeltà che non gli era mai stata negata. È questo che abbiamo temuto e fuggito? Questo? Occhi-di-notte, cosa ci fai qui? La tua preda è la mia preda, fratello. Volevo vedere per quale carne siamo venuti così lontano. 

Trovo questo pezzo molto interessante per una serie di ragioni: innanzitutto, ci mostra come l’antagonista principale di tutta la trilogia (esclusi i pirati) sia soltanto un ragazzino viziato senza nessun potere speciale. Effettivamente la mia prima reazione è stata: tutto qui? Però pensateci… un “cattivo” decisamente originale. Il capitolo dedicato a Regal ci mostra qualche minuto dentro i suoi pensieri: una persona folle, piena di paranoie, incertezze, invidie… che si dedica a piaceri ed intrattenimenti perversi. Regal ha semplicemente ereditato un complotto che già macchinava in suo favore: la regina sua madre, Galen, la confraternita stessa… di suo ci ha messo pochissimo, se non una certa intelligenza o predisposizione all’intrigo. Devo dire che è stato strano, come lettore, risolvere tutta la trama su Regal nel giro di poche pagine. Nel senso, lo abbiamo temuto per 900 pagine, ha scatenato tutte le sue forze contro Fitz e Veritas, controlla più confraternite, sembra essere sempre un passo avanti… e poi boom, finisce tutto così. Non mi sto lamentando, attenzione, è stato solo strano! In ogni caso… la soluzione finale di imprimergli con l’Arte una devozione assoluta verso Kettricken è stata narrativamente geniale. Non avrei potuto pensare ad una migliore vendetta!

flareonFinale

Posso dire che mi è dispiaciuto concentrare la parte finale in venti pagine riassuntive? Dopo che hai passato pagine e pagine a descrivermi le zanzare sul petto, i parassiti tra i capelli, i rituali di pulizia, i dettagli minuziosi del viaggio… mi riduci tutta storia della rivalsa dei Sei Ducati sui pirati in pochissime pagine? Speravo in qualcosina di più. La misteriosa motivazione dei pirati viene rivelata finalmente, sebbene in modo molto sintetico: vendetta. Vendetta, pura e semplice. Anche la forgiatura viene spiegata, facendo riferimento al potere dei draghi. Se non sbaglio sapremo qualcosa di più nei libri successivi, per cui la spiegazione che abbiamo non è del tutto soddisfacente. La scelta di Fitz di rimanere nascosto è davvero particolare, sono proprio curioso di sapere come si evolveranno le cose nel futuro!

Conclusione

Ci sarebbero tante, tantissime cose da dire. Vorrei trovare spazio per dire tutto quello che mi viene in mente su quest’opera, ma forse mi servirebbe un podcast! Tutta la faccenda dei draghi, la storia di Stornella, quella scena tenerissima fra Fitz e l’animaletto piccino che cerca vendetta per il suo compagno per lo spirito… Robin Hobb ci ha regalato una trilogia magistrale, e Il viaggio dell’assassino è la perfetta conclusione (per quanto temporanea). È il libro più lungo dei tre, quello con più contenuti e probabilmente quello più emozionante; questo è il risultato di un climax, di una costruzione che già avveniva nei libri precedenti. La voglia di rileggere tutti e tre i libri è presente già adesso, e questo di solito per me è un segno che la saga mi è rimasta dentro. Io continuerò a leggere questa autrice, ma mi prenderò un po’ di tempo prima di intraprendere Borgomago. Spero di trovare altri appassionati di Robin Hobb con cui confrontarmi, se volete commentate, al solito!

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