Rilettura Harry Potter e la Pietra Filosofale – Capitolo 4

Il quarto capitolo de La Pietra Filosofale contiene finalmente le prime informazioni importanti sul mondo della magia: a darle a Harry è Hagrid, il mezzogigante custode di Hogwarts, che arriva a mezzanotte alla catapecchia sul mare.

Il custode delle chiavi

La porta venne colpita con una tale forza che uscì di netto dai cardini e atterrò con uno schianto assordante sul pavimento.
Sulla soglia si stagliava un uomo gigantesco. Aveva il volto quasi nascosto da una criniera lunga e ispida e da una barba incolta e aggrovigliata, ma si distinguevano gli occhi che scintillavano come scarafaggi neri sotto tutti quei capelli.

Hagrid - Harry Potter e la Pietra Filosofale - Rilettura del quarto capitolo - Psicologorroico

«Oh, ecco Harry!» disse il gigante.
Harry alzò lo sguardo su quel volto feroce, misterioso e selvaggio, e vide gli occhi lucidi come scarafaggi socchiuderei in un sorriso.
«L’ultima volta che ti ho visto, eri ancora un soldo di cacio» disse il gigante. «Assomigli un sacco a tuo papà, ma gli occhi, quelli li hai presi dalla mamma».

Ecco qui una frase iconica per la saga: tutti notano la somiglianza di Harry con James e gli occhi verdi di Lily. Hagrid è il primo a fare questa osservazione.

Zio Vernon emise uno strano rumore stridulo.
«Le ingiungo di andarsene immediatamente, signore!» disse. «Questa è un’effrazione bella e buona!»
«Ma chiudi il becco, scemo d’un Dursley!» esclamò il gigante; allungò la mano oltre lo schienale del divano, strappò il fucile dalle mani di zio Vernon, annodò la canna con la massima facilità come fosse stata di gomma e lo scaraventò in un angolo.
Zio Vernon emise un altro rumore strano, come un topo che viene calpestato.

I momenti drammatici in questo capitolo si alternano a divertenti intramezzi: per la prima volta vediamo i Dursley spaventati, sottratti del potere che esercitano sul ragazzo.

Vernon e Petunia Dursley - Harry Potter e la Pietra Filosofale - Rilettura del quarto capitolo - Psicologorroico

Hagrid fa gli auguri di compleanno a Harry, che ancora è confuso dalla situazione, dandogli una torta.

Harry guardò il gigante. Voleva dirgli grazie, ma le parole si persero prima di arrivargli alle labbra, e quel che invece gli uscì fu: «Chi sei?»
Il gigante ridacchiò.
«Giusto, va’, non mi sono presentato. Rubeus Hagrid, Custode delle Chiavi e dei Luoghi a Hogwarts».

Una risposta che, giustamente, ad Harry non dice niente. Hagrid si mette ad armeggiare col camino, accendendolo: essendo di spalle, Harry non si rende conto di aver assistito per la prima volta ad una magia. Dopo aver mangiato salsicce, i due iniziano uno dei dialoghi più belli de La pietra filosofale:

Infine, visto che nessuno si decideva a dare spiegazioni, disse: «Scusa, ma ancora non ho capito bene chi sei».
Il gigante bevve un sorso di tè e si asciugò la bocca col dorso della mano.
«Chiamami Hagrid» disse, «tutti mi chiamano così. E, come ti ho detto, sono il Custode delle Chiavi a Hogwarts. Naturalmente, saprai tutto di Hogwarts».
«Ehm… no» disse Harry.
Hagrid fece una faccia sbalordita.
«Mi spiace» si affrettò a dire Harry.
«Ti spiace a te?» abbaiò Hagrid voltandosi a guardare i Dursley che si ritrassero in un angolo buio. «È a loro che deve dispiacere! Sapevo che non ti davano le lettere, ma… che non sapevi niente di Hogwarts… diamine! Non ti sei mai chiesto dove i tuoi genitori avevano imparato tutto quel po’ po’ di roba che sapevano?»
«Tutto cosa?» chiese Harry.
«TUTTO COSA?!» tuonò Hagrid. «No, aspetta un attimo!»
Balzò in piedi. Arrabbiato com’era, sembrava riempire tutta la stanza. I Dursley erano appiattiti contro la parete.
«Devo capire» gli ringhiò in faccia, «che questo ragazzo – questo ragazzo! – non sa niente… di NIENTE?»
Questo, a Harry, sembrava un po’ troppo. Dopotutto, era andato a scuola e i suoi voti non erano poi tanto male.
«Alcune cose le so» disse. «So le tabelline e altre cose del genere».

Harry piccolo - Harry Potter e la Pietra Filosofale - Rilettura del quarto capitolo - Psicologorroico

Come al solito, la Rowling bilancia perfettamente un momento di tensione con una battuta: il povero Harry si sente un ignorante ascoltando le parole di Hagrid!

Ma Hagrid fece un gesto impaziente con la mano e disse: «Del nostro mondo, dico. Del tuo mondo. Del mio mondo. Del mondo dei tuoi genitori».
«Quale mondo?»
Pareva che Hagrid stesse per esplodere.
«DURSLEY!» sbottò.
Zio Vernon, che si era fatto pallidissimo, biascicò qualcosa che suonò come un pio pio. Hagrid fissò Harry furibondo.
«Ma devi pur sapere di tua madre e tuo padre» disse. «Insomma, sono famosi. Tu sei famoso».
«Come? Papà e mamma non erano famosi! O sì?»
«Tu non sai… non sai…» Hagrid si passò le dita tra i capelli, fissando Harry con uno sguardo incredulo.
«Tu non sai chi sei?» disse infine.
D’un tratto, zio Vernon ritrovò la voce.
«La smetta» gli intimò, «la smetta immediatamente! Le proibisco di dire qualsiasi cosa al ragazzo!»
Anche un uomo più coraggioso di Vernon Dursley avrebbe tremato di paura allo sguardo furibondo che Hagrid gli lanciò. Quando il gigante parlò, ogni sillaba fu uno scoppio di rabbia.
«Non glielo hai mai detto? Non gli hai mai detto che cosa c’era scritto nella lettera che Silente gli ha appiccicato addosso? Guarda che io c’ero. Ho visto Silente che lo faceva, Dursley! E gliel’hai tenuta nascosta per tutti questi anni?»
«Che cosa mi ha tenuto nascosto?» chiese Harry avido di sapere.
«BASTA! GLIELO PROIBISCO!» gridò zio Vernon in preda al panico.
Zia Petunia emise un rantolo d’orrore.
«Oh, andate a quel paese, voi due!» disse Hagrid. «Harry… tu sei un mago».

Gandalf shocked- Harry Potter e la Pietra Filosofale - Rilettura del quarto capitolo - Psicologorroico

Sto cercando per un attimo di tornare indietro nel tempo e ricordarmi cosa ho provato da bambino dopo questa rivelazione… ma niente, non riesco a ricordarlo. Avevo visto il film prima di leggere il libro, e avevo 11 anni. L’età perfetta per iniziare la saga.

Hagrid finalmente consegna la famosa lettera ad un incredulo Harry e aggiorna Silente degli ultimi avvenimenti tramite gufo.

«Dove ero arrivato?» riprese Hagrid, ma in quello stesso momento zio Vernon, ancora terreo in volto ma con espressione molto arrabbiata, si avvicinò al fuoco.
«Non ci andrà» disse.
Hagrid grugnì.
«Vorrei proprio vedere un Babbano come te che ferma Harry» disse.
«Un che cosa?» chiese Harry interessato.
«Un Babbano» disse Hagrid. «È così che chiamiamo le persone senza poteri magici, come loro. E per tua sfortuna sei cresciuto nella famiglia dei peggio Babbani che ho mai visto».

Non è la prima volta che incontriamo la parola babbano ne La pietra filosofale, ma nel primo capitolo ancora non era stata spiegata.

«Quando lo abbiamo preso, abbiamo giurato di farla finita con tutte queste stupidaggini» disse zio Vernon, «che gliel’avremmo fatta passare, con le buone o con le cattive. Un mago! Figuriamoci!»
«Lo sapevate?» esclamò Harry. «Voi sapevate che io sono un mago?»
«Se lo sapevamo!» strillò zia Petunia. «Certo che sapevamo! Come avresti potuto sfuggire a questa dannazione, visto che tipo era mia sorella? Ricevette una lettera proprio come la tua e sparì, inghiottita in quella… in quella scuola… e ogni volta che tornava a casa per le vacanze, aveva le tasche piene di uova di rana, e trasformava le tazze da tè in topi. Io ero l’unica che la vedeva per quello che era: una balorda! Ma per mio padre e mia madre, no! Loro… Lily di qua, Lily di là! Erano tutti fieri di avere una strega in famiglia!»
Si interruppe per riprendere fiato e poi ricominciò a sbraitare. Sembrava che avesse atteso per anni il momento di sputar fuori tutto.
«Poi, a scuola conobbe quel Potter. Se ne andarono insieme, si sposarono e nascesti tu, e naturalmente sapevo benissimo che tu saresti stato identico a loro, altrettanto strampalato, altrettanto… balordo… e poi, se permetti, hanno avuto la bella idea di saltare in aria, ed ecco che tu ci sei piombato tra capo e collo!»

È particolarmente interessante questa parte in quanto di norma Petunia si sbottona molto poco sul suo passato e sul mondo dei maghi: quando lo fa, è tutto filtrato dal suo punto di vista parecchio distorto. Sappiamo infatti che la donna è stata molto invidiosa di Lily e della magia, almeno da bambina (voleva essere ammessa ad Hogwarts); tuttavia, Petunia non possiede alcun potere magico, quindi possiamo capire almeno in parte le ragioni della sua avversione. La questione è stata affrontata anche qui dalla stessa Rowling.

Hagrid a questo punto sbotta: i Potter non sono “saltati in aria”, sono stati uccisi da uno dei maghi più potenti della storia della magia, Voldemort: ecco quindi che tocca al gigante il difficile compito di spiegare la verità al piccolo Harry.

«Ma perché? Che cosa è successo?» chiese Harry impaziente.
L’ira svanì dal viso di Hagrid. D’un tratto parve preoccupato.
«Proprio non me lo aspettavo» disse con voce bassa e angustiata. «Quando Silente mi ha detto che potevo avere qualche problema a portarti via, non avevo idea di quanto tu non sapevi. Oh, Harry, non so mica se sono la persona giusta per dirtelo… ma qualcuno deve: non puoi andare a Hogwarts senza sapere».
Lanciò un’occhiataccia ai Dursley.
«Be’, è meglio che sai quel che posso dirti io… però non posso raccontarti tutto, perché è un gran mistero, un bel po’ grande, sì».

Chissà cosa immaginava Silente!

He actually did know - Harry Potter e la Pietra Filosofale - Rilettura del quarto capitolo - Psicologorroico

«Credo che tutto è iniziato con… con una persona di nome… È incredibile che tu non sai come si chiama: tutti, nel nostro mondo, lo sanno…»
«Chi?»
«Be’, preferisco non dire il nome, se posso. Tutti preferiscono, tutti».
«E perché?»
«Per tutti i gargoyle, Harry, la gente ha ancora una fifa nera. Miseriaccia, quant’è difficile! Vedi, c’era questo mago che poi ha… ha preso la via del male. Tutto il male che riesci a immaginare. Il peggio. Il peggio del peggio. Il suo nome era…»

Ecco, in questo momento notiamo una domanda cruciale che Harry pone ingenuamente: perché il nome di Voldemort non veniva pronunciato? A causa del Tabù, come si scopre nel settimo libro! Hagrid è a conoscenza del tabù, ma in quel momento di agitazione probabilmente non si è sentita di rivelare un’informazione del genere a Harry, d’altronde Voldemort era scomparso da undici anni ormai. Mi chiedo sempre se la Rowling sapesse già tutto, all’epoca del primo libro…

Adesso arriva una carrellata di informazioni da Hagrid, un’occasione troppo ghiotta per non commentare!

Hagrid prese fiato ma non gli uscì una parola di bocca.
«Puoi scriverlo?»
«No, non so scriverlo. E va bene: Voldemort» Hagrid rabbrividì, «ma non farmelo ripetere. Insomma, circa vent’anni fa, questo mago cominciò a cercare seguaci. E li trovò, pure. Qualcuno lo seguì per paura, altri perché volevano una briciola del suo potere: perché lui, di potere, ne stava conquistando parecchio. Tempi bui, Harry. Non sapevi di chi fidarti, non potevi metterti a fare amicizia con maghi e streghe sconosciuti… Sono successe cose terribili. Lui stava prendendo il sopravvento. Chiaro, qualcuno cercò di fermarlo… e lui lo uccise. In modo orribile. Uno dei pochi posti rimasti ancora sicuri era Hogwarts. Credo che Silente è il solo di cui Tu-Sai-Chi aveva paura. Non ha osato impadronirsi della scuola, in ogni caso non allora.

Impariamo qui qualcosa di quegli anni bui: Voldemort prende il sopravvento, non sai di quale mago fidarti, molte persone venivano uccise. Inoltre, Hagrid afferma che Hogwarts è uno dei posti più sicuri del mondo magico (un’informazione che sarà utile in seguito al terzetto) e addirittura che Voldemort ha paura di Silente!

«Ora, tua mamma e tuo papà erano i migliori maghi che ho mai conosciuto. Ai loro tempi erano Capiscuola a Hogwarts. Il mistero è perché Tu-Sai-Chi non aveva mai cercato di tirarli dalla sua parte prima… Forse sapeva che erano troppo vicini a Silente e non volevano avere niente a che fare con il Lato Oscuro.
«Forse pensava di riuscire a convincerli… forse voleva soltanto che si levavano dai piedi. Tutto quel che si sa è che dieci anni fa, il giorno di Halloween, spuntò nel villaggio dove abitavate voi. Tu avevi solo un anno. Lui entrò in casa e… e…»
D’un tratto Hagrid tirò fuori un fazzoletto a pallini tutto sporco e si soffiò il naso con il fragore di una sirena da nebbia.

Hagrid crying - Harry Potter e la Pietra Filosofale - Rilettura del quarto capitolo - Psicologorroico

Un altro piccolo dettaglio sul mondo della scuola: l’esistenza dei Capiscuola. Al momento questa nozione non ci dice nulla perché non abbiamo idea delle gerarchie di Hogwarts, gli stessi Capiscuola sono nominati solo poche volte. Molto più importante è il fatto che Voldemort volesse levare di mezzo i Potter…

«Chiedo scusa» disse, «ma è così triste… conoscevo la tua mamma e il tuo papà… le persone più carine che si possono immaginare… Ma insomma…
«Tu-Sai-Chi li uccise. E poi – e questa è la cosa veramente misteriosa – cercò di uccidere anche te. Chissà, voleva fare piazza pulita, o forse a quel tempo ammazzava solo per il gusto di farlo. Ma non ci riuscì. Ti sei mai chiesto come hai quella cicatrice sulla fronte? Non è una ferita qualsiasi. Quello è il segno che ti rimane quando vieni colpito da una maledizione potente: non ha risparmiato tua mamma e tuo papà, e neanche la casa, ma su di te non ha funzionato, e questo è il motivo per cui sei famoso, Harry. Nessuno di quelli che lui aveva deciso di uccidere l’ha fatta franca, nessuno, solo tu. E guarda che ha ucciso maghi e streghe fra i migliori del suo tempo: i McKinnon, i Bones, i Prewett; e tu, che eri soltanto un piccoletto, ce l’hai fatta».

Voldemort uccise moltissime famiglie conosciute: i McKinnon (Marlene McKinnon era un membro dell’Ordine della Fenice); i Bones (Susan Bones è una compagna di scuola di Harry dal primo anno, e la zia Amelia la incontreremo nel quinto libro); i Prewett (non si poteva sapere all’epoca, ma si tratta della famiglia di Molly Weasley, i suoi fratelli sono morti a causa del Signore Oscuro).

Nessuno sa perché Voldermort non sia riuscito ad uccidere Harry, né perché abbia preso di mira i Potter. L’unico in possesso di tale informazioni, sotto forma di ipotesi, è Silente: ne L’ordine della fenice scopriamo che la motivazione è una profezia declamata da Sybill Trelawney… ma per il momento mettiamo da parte tutto ciò.

In quel momento Harry ricordò qualcosa di molto doloroso. Mentre il racconto di Hagrid si avviava alla conclusione, rivide il bagliore accecante di luce verde più chiaramente di quanto non fosse mai accaduto prima; poi, gli tornò in mente anche qualche cos’altro, per la prima volta in vita sua: una risata lunga, fredda, crudele.

Purtroppo la Rowling non riesce ad evitare il cliché del cattivo che emette una risata crudele, ma quest’è. La luce verde ovviamente si riferisce alla Maledizione Senza Perdono che infligge la morte, l’Avada Kedavra.

A questo punto zio Vernon prova a intromettersi, ma Hagrid lo zittisce. Harry chiede notizie su Voldemort, che è ormai sparito da molti anni, tuttavia non del tutto morto. Qui c’è uno dei momenti più toccanti, Harry bambino che con una ingenuità e dolcezza sconcertante non ritiene possibile essere un mago…

Hagrid guardava Harry e nei suoi occhi brillavano calore e rispetto; Harry, dal canto suo, anziché sentirsi compiaciuto e orgoglioso, era abbastanza sicuro che ci fosse un terribile errore. Un mago? Lui? Com’era possibile? Aveva passato una vita a farsi picchiare da Dudley e tormentare da zia Petunia e da zio Vernon; se fosse stato veramente un mago, perché non si erano trasformati in rospi verrucosi ogni volta che avevano cercato di rinchiuderlo nel ripostiglio? Se una volta aveva sconfitto il più grande stregone del mondo, come mai Dudley lo aveva sempre preso a calci come un pallone?
«Hagrid» disse tranquillamente, «credo che ti sia sbagliato. Secondo me è impossibile che io sia un mago».

In realtà Harry sa di aver realizzato cose impossibili o inspiegabili, quindi eccome se è un mago! Hagrid gli comunica che andrà a Hogwarts, ma Vernon torna alla carica dicendo che non ha intenzione di pagare per la scuola di Harry e insulta Silente; a questo punto Hagrid non ci vede più e fa un incantesimo sul povero Dudley, facendogli crescere un codino di maiale!

Dudley e la coda da maialino - Harry Potter e la Pietra Filosofale - Rilettura del quarto capitolo - Psicologorroico

«Non dovevo dar di matto» disse con aria dolente. «Ma tanto, non ha funzionato. Volevo trasformarlo in un maiale, ma gli assomiglia già così tanto che non c’era molto altro da fare».
Gettò uno sguardo in tralice a Harry da sotto le sopracciglia cespugliose.
«Che non ti scappi con nessuno, a Hogwarts, eh?» disse. «Ehm… vedi, secondo la regola, io non devo fare magie. Mi è stato permesso di fame qualcuna, ma solo per seguire te e per portarti le lettere e roba del genere… e questa era una delle ragioni per cui desideravo tanto questa missione».

Interessante notare che Hagrid tenta una trasfigurazione umana, notoriamente una magia difficilissima! Inoltre, fare magia in presenza e/o su i Babbani dovrebbe essere vietato per legge, e una squadra del Ministero sarebbe dovuta intervenire per togliere la coda a Dudley! Ma immagino che la Rowling ancora non avesse definito bene le leggi del mondo che ha creato, quindi ci passiamo sopra…

«Perché non ti è permesso fare magie?» chiese Harry.
«Oh, be’, sai… anch’io una volta andavo a scuola a Hogwarts, ma… ehm… per dirla tutta, sono stato espulso. Al terzo anno. Mi hanno spezzato la bacchetta a metà, eccetera eccetera. Ma Silente mi ha permesso di rimanere come guardacaccia. Grand’uomo, Silente!»
«E perché sei stato espulso?»
«Mi sa che si fa tardi e domani abbiamo un mucchio di cose da fare» disse Hagrid alzando la voce. «Dobbiamo arrivare in città, comprare i libri e tutto il resto».

La questione di Hagrid, della sua espulsione e della sua bacchetta rotta a metà meriterebbe una discussione a parte, ma ho parlato già troppo! Ne riparleremo meglio nel prossimo articolo, alla prossima! 🙂

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