Recensione – La nave della magia di Robin Hobb

La nave della magia di Robin Hobb è un romanzo intrigante e appassionante, decisamente all’altezza della precedente trilogia dei Lungovista (se non più originale a livello di fantasia). Navi viventi, pirati, magie misteriose e mercanti dall’aspetto draconico sono solo alcune delle novità che vi aspettano in questo nuovo setting, ambientato a Borgomago, a sud dei Sei Ducati. Per chi non fosse familiare con i libri di questa autrice, la trilogia dei mercanti di Borgomago, di cui La nave della magia costituisce il primo volume, andrebbe letta dopo L’apprendista assassino, L’assassino di corte e Il viaggio dell’assassino. Tuttavia, essendo gli eventi in larga parte scollegati, si potrebbe in teoria leggere questa trilogia in modo autonomo. Ecco un esempio di collegamento blando con i libri precedenti:

Con gentilezza aggiunse: «Sospetto che nella tua famiglia il denaro sia meno abbondante di un tempo. La Guerra del Nord ha colpito diverse famiglie di mercanti, per le merci che non sono mai discese dal Fiume Cervo e quelle che non vi sono mai state vendute.»

Scheda del libro

Titolo  La nave della magia
Autore Robin Hobb
Data 1997
Pubblicazione italiana 2007
Editore Fanucci
Traduttore Paola Bruna Cartoceti
Titolo originale
Assassin’s Quest
Pagine 848
Reperibilità Reperibile in cartaceo e in ebook

Trama e stile

Eravamo abituati ad una prima persona focalizzata su Fitz ne La trilogia dei Lungavista: qui Robin Hobb sperimenta una terza persona focalizzata su una moltitudine di personaggi. Ho trovato questa scelta molto azzeccata: ci permette di avere un affresco delle vicende da più punti di vista e tenendo conto di aspetti differenti. Ne consegue che la trama segue più fili conduttori: sintetizzando, c’è la storia della famiglia Vestrit (di cui parlerò nel dettaglio nella sezione personaggi), la storia del pirata Kennit quella di alcuni… serpenti marini. Esatto, delle creature senzienti che infestano i mari e inseguono le navi schiaviste (sono il punto di vista più bizzarro de La nave della magia).

Worldbuilding

flareonLe navi viventi

Un elemento incredibilmente originale pensato da Robin Hobb per questa saga è la nave vivente, ossia una nave che, attraverso un processo lungo e costoso, prende vita ed inizia a parlare, a prendere decisioni, a provare sentimenti e a gestire la navigazione. Ecco come funziona: una famiglia di mercanti di Borgomago acquista una nave fatta di legno magico (da qui La nave della magia...) dai mercanti della Giungla delle Piogge, vincolandosi con un contratto molto impegnativo e un debito che spetterà di essere pagato anche dalle future generazioni. Una volta ottenuta la nave, ancora “dormiente”, non risvegliata, servono tre morti all’interno della stessa famiglia, avvenute necessariamente sulla nave stessa, per portarla al suo risveglio. La nave risvegliata ha quindi dentro di sé parti delle vite della famiglia a cui appartiene (sotto forma di ricordi ed esperienze) e nella fase successiva, molto delicata, si forma la sua personalità. Una nave vivente ha bisogno di un membro della famiglia sempre presente nell’equipaggio con cui dialogare e sviluppare un legame, ricordatevi questo elemento perché ci servirà dopo.

flareonPerché le navi viventi sono così importanti?

Verrebbe da chiedersi come mai una famiglia voglia impegnarsi a questo punto per una nave vivente; in particolare, chi prende questa decisione non vedrà mai la nave risvegliarsi, lo faranno presumibilmente i pronipoti. Ebbene, una nave vivente è una nave quasi impossibile da catturare, è velocissima, possiede una capacità di solcare i mari non paragonabile alle altre navi ed una intelligenza per cavarsela in situazioni più disparate. Ma non solo! Una nave vivente è in grado di risalire il fiume della Giungla delle Piogge, impossibile da percorrere altrimenti. Questo permette ai mercanti di Borgomago di commerciare coi mercanti della Giungla delle Piogge, in altri termini… trafficare oggetti magici dai costi inverosimili. Ecco perché nel giro di poco tempo il debito viene ripagato. Tuttavia, la nostra famiglia Vestrit è in difficoltà economiche… questo dipende da una scelta fatta da Ephron e Ronica: niente commerci con la Giungla delle Piogge. Questa è la situazione di partenza.

Consiglio di tenere sott’occhio uno schema di un veliero per comprendere alcuni termini…

flareonPersonalità e relazioni

Ogni nave vivente ha una sua personalità: ci sono navi dominanti, navi tranquille, navi che hanno perso il senno (oh mio dolce e amato Paragon!). Tutte le navi sono… pettegole! In ogni caso, credo sia molto suggestivo chiedersi che tipologia di esseri viventi siano. Ne La nave della magia si fanno solo alcuni accenni alle origini delle navi viventi… hanno un’anima? Cos’erano prima di risvegliarsi (sempre se si può parlare di prima e di dopo)? Tutte questioni interessanti che mi auguro verranno approfondite successivamente.

flareonPolitica e governi

E il nostro giovane Satrapo non favorisce Borgomago come fecero suo padre e i suoi nonni. Loro sembravano pensare che coloro che erano abbastanza coraggiosi per colonizzare le Rive Maledette avrebbero dovuto avere una generosa parte dei tesori che vi trovavano. Ma non il giovane Cosgo. Lui ritiene che abbiano goduto dei proventi dei loro rischi abbastanza a lungo, così si dice, e che le Rive siano ben colonizzate e qualsiasi maledizione vi si trovasse sia ora dispersa. Non solo ha imposto nuove tasse, ma ha spartito nuove concessioni di terra vicino a Borgomago fra alcuni dei suoi favoriti.» Berandol scosse la testa. «Infrange la parola del suo antenato, e causa difficoltà alla gente che ha sempre mantenuto l’impegno con lui. Non ne può venire nulla di buono.»

Robin Hobb è solita creare i suoi mondi in modo minuzioso, e questo include anche la struttura governativa ed economica dei paesi in cui ambienta le sue storie. Qualcuno potrebbe scocciarsi a leggere tutta questa parte politica, io invece  apprezzo molto questa cura del dettaglio maniacale. Borgomago non se la passa molto bene: il Satrapo al governo non è molto lungimirante e sta causando parecchi problemi a vari livelli. Anche la parte economica viene trattata in modo approfondito: si vedano ad esempio le conseguenze dannose della guerra dei Sei Ducati contro i pirati (per non parlare dei danni causati dal Re Regal). Vi metto sotto spoiler un esempio di logica commerciale, in questo caso dal punto di vista di Althea (non è un reale spoiler, ma è lunghetto).

Esempio di logica commerciale
Quell’ultimo giro era stato interminabile. Doveva essere un semplice viaggio di andata e ritorno di due mesi lungo la costa di Chalced; Kyle l’aveva complicato in una spedizione di cinque mesi piena di fermate non necessarie e iniziative commerciali ben poco redditizie. Si sforzava di convincere suo padre che sapeva essere un astuto mercante; Althea ne era convinta. Quanto a lei, non era rimasta colpita. A Zanna si era fermato per caricare uova di anatra di mare sottaceto, un carico sempre difficile, ed era arrivato appena in tempo al porto di Gattabuia per venderle prima che marcissero. A Gattabuia aveva caricato balle di cotone, non solo riempiendo gli spazi vuoti nelle stive ma anche occupando in parte il ponte. Althea aveva dovuto mordersi la lingua e stare a guardare mentre l’equipaggio correva rischi arrampicandosi e girando attorno alle pesanti balle; poi una tempesta fuori stagione aveva inzuppato e molto probabilmente rovinato la porzione di carico sul ponte. Althea non aveva neanche chiesto a Kyle quale fosse stato il profitto, se c’era stato, quando si era fermato a venderle all’asta a Dursay. Dursay era stata la loro ultima fermata. Le botti di vino erano state ancora una volta spostate, facendo spazio per uno dei capricci di Kyle. Adesso, oltre ai vini e ai brandy che costituivano il loro carico originale, la stiva era piena di casse di noci comfer. Kyle aveva sproloquiato senza fine del profitto che avrebbero reso, sia con l’olio fragrante per fare il sapone che si ricavava dai gherigli, sia con la bella tintura gialla che si otteneva dai gusci. Se si fosse vantato ancora una volta del ricavo supplementare che in questo modo avrebbero ottenuto dal viaggio, Althea lo avrebbe strangolato.

Personaggi

Nucleo centrale de La nave della magia è la storia della famiglia Vestrit, con tutta una serie di personaggi che vi ruotano attorno: abbiamo Ephron Versit e la moglie Ronica, i quali hanno due figlie: Keffria e Althea. Keffria, sposata con Kyle Heaven, ha tre figli: Wintrow, Malta e Selden. Altri personaggi significativi sono il pirata Kennit e il primo ufficiale Brashen Trell. Posso dire candidamente che uno dei punti di forza di Robin Hobb è la costruzione e la psicologia dei suoi personaggi, per cui analizziamoli uno per uno.

flareonWintrow

Wintrow è uno dei primissimi personaggi che incontriamo ne La nave della magia, ed è uno dei miei preferiti. Non a caso mi ricorda Fitz per la sua sfiga, e sapete quanto amo Fitz! Wintrow viene mandato via di casa per iniziare un percorso di sacerdozio: il ragazzo è molto portato per la filosofia e l’arte e riceve un addestramento “spirituale”. Questo idillio finisce nel momento in cui il nonno comincia a star male e Wintrow viene richiamato a casa. Interessante notare che per Wintrow il nonno Ephron è visto come un vecchio terribile, mentre per Althea è un punto di riferimento imprescindibile:

Avrei dovuto darti meglio questa notizia, ma come sempre le tue parole hanno condotto i miei pensieri lontano dal punto di partenza. Non sono io che me ne vado, ma tu. Questo è il motivo per cui oggi sono venuto a cercarti: per dirti di fare i bagagli, perché sei stato richiamato a casa. Tua nonna e tua madre hanno mandato a dire che temono che tuo nonno stia morendo. Vorrebbero averti vicino in questo momento.» Allo sguardo devastato sul viso del ragazzo, Berandol aggiunse: «Mi dispiace di essere stato così brutale. Parli così di rado della tua famiglia. Non mi ero reso conto che fossi tanto vicino a tuo nonno.»
«Non lo sono» ammise Wintrow con semplicità. «A dire il vero lo conosco appena. Quando ero piccolo, era sempre in mare. Quando era a casa mi terrorizzava. Non con la crudeltà, ma con… il potere. Tutto in lui sembrava troppo grande per la stanza, dalla voce alla barba. Perfino quando ero piccolo e sentivo gli altri parlare di lui, era come se nominassero una leggenda o un eroe. Non ricordo di averlo mai chiamato nonno o ‘nonnino’. Quando tornava a casa ci travolgeva come il Vento del Nord, e perlopiù mi riparavo dalla sua presenza, piuttosto che amarla. Quando venivo trascinato davanti a lui, tutto quello che riesco a ricordare era che trovava da ridire sulla mia crescita. ‘Perché è così gracile?’ domandava. ‘Assomiglia ai miei ragazzi, ma è grande la metà! Non gli date carne? Non mangia bene?’ Poi mi attirava vicino e mi tastava il braccio, come se mi stessero ingrassando per mangiarmi. Mi vergognavo sempre delle mie dimensioni, come se fossero una colpa.

Tornato a casa, Wintrow si ritrova di nuovo invischiato negli affari di famiglia, da cui pensava di essere ormai affrancato: ma l’imminente scomparsa del capitano della Vivacia pone un serio problema di eredità… infatti è Kyle ad ereditare la nave, non Althea, e Wintrow viene costretto suo malgrado ad imbarcarsi (come dicevo su, è necessaria la presenza di una persona di famiglia sulla nave vivente). Inizia così la sua avventura da marinaio, mestiere per il quale non è particolarmente portato, che lo portano a relazionarsi con Vivacia e con il resto dell’equipaggio. Piccola riflessione spoilerosa a margine:

Mostra piccola riflessione
Ricordate quando Fitz decide di mettere tutti i ricordi dolorosi dentro il drago? Ecco. Wintrow invece, in un momento di estremo dolore (amputazione del dito), si estrania un attimo dal corpo per reggere meglio… ma poi ritorna “dentro” a provare il dolore, come nota Vivacia. Ovviamente sono situazioni e persone e circostanze molto differenze, ma penso che Robin Hobb faccia caso a queste cose… Wintrow ha una preparazione differente al dolore, mentre Fitz ne aveva passate davvero tante, per cui è difficile biasimarlo… eppure non ho potuto fare a meno di notare questi due diversi approcci alla sofferenza.

flareonAlthea

La secondogenita della famiglia Vestrit si arrampicava sulla nave fin da quando era bambina: Ephron la portava con sé e Althea è cresciuta sulla Vivacia, ovviamente non lavorando quanto tutti gli altri marinai. Sembra logico che Althea prenda il controllo della nave, ma i genitori hanno preso una decisione definitiva: è Keffria ad ereditare la nave, insieme al marito Kyle (che odia la cognata e la caccia via dalla Vivacia). Quello che nessuno sa è che durante l’ultimo viaggio prima del risveglio Althea è rimasta chiusa nella cabina a sognare e comunicare con la nave ancora dormiente, gettando le basi per il loro rapporto. Althea e Vivacia sono quindi inestricabilmente legate, eppure divise dalle circostanze e dagli eventi: come se la caverà la ragazza? Althea rientra sicuramente fra i miei personaggi preferiti: forte, audace, viziata (non possiamo dare torto a Kyle…) e disposta a tutto pur di non dipendere dalla sorella!

«E tu cosa sei, Althea?» Althea non si aspettava una domanda simile. Poteva affrontare in silenzio accuse e rimproveri. Ma facendole una domanda Kyle esigeva una risposta, e Althea sapeva che sarebbe stata considerata una sfida aperta. E va bene.
«Io sono la proprietaria di questo vascello» disse con tutta la dignità di cui era capace.
«Sbagliato!» Questa volta Kyle urlò davvero. Si controllò subito. Si chinò in avanti sulla tavola e quasi le sputò contro le parole. «Tu sei la figlia del proprietario. E anche se fossi la proprietaria, non farebbe alcuna differenza. Non è il proprietario che comanda la nave, è il capitano. Tu non sei il capitano, non sei il primo ufficiale. Non sei neppure un vero marinaio. Tutto quello che fai è occupare una cabina di rappresentanza che dovrebbe essere del secondo ufficiale, e svolgere solo i compiti che ti vanno a genio. Il padrone di questo vascello è Ephron Vestrit, tuo padre. È lui che ha affidato a me la Vivacia. Se non riesci a rispettarmi per quello che sono, rispetta la scelta di tuo padre.»
«Se non fosse per la mia età, l’avrebbe affidata a me. Conosco la Vivacia. Dovrei esserne io il capitano.» Non appena le parole le furono uscite dalla bocca, Althea le rimpianse. Kyle aspettava solo quello: l’affermazione di ciò che entrambi sapevano essere vero.
«Sbagliato di nuovo. Dovresti essere a casa, sposata a qualche ragazzino viziato come te. Non hai la minima idea di come si comanda un vascello. Solo perché tuo padre ti lasciava giocare a fare il marinaio credi di saperlo fare davvero. Ti sei convinta di essere destinata a comandare la nave di tuo padre. Ti sbagli. Tuo padre ti ha portata a bordo solo perché non aveva figli maschi. A tutti gli effetti me lo disse quando nacque Wintrow. Se la Vivacia non fosse un veliero vivente, che richiede la presenza di un membro della famiglia, non avrei mai tollerato per un momento le tue pretese. Ma tieni a mente questo. Tutto quello che richiede questa nave è un membro della famiglia Vestrit; non è necessario che sia tu. Se questa nave ha bisogno di un Vestrit a bordo, allora può sopportarne uno che di cognome fa Haven. I miei figli hanno tanto sangue di tua sorella quanto mio, sono tanto Vestrit quanto Haven. E la prossima volta che questa nave lascia Borgomago, uno dei miei ragazzi prenderà il tuo posto a bordo. Tu verrai lasciata a terra.»

Ma quanto è brava Robin Hobb con i dialoghi?

flareonKennit

Non era venuto alla Spiaggia del Tesoro solo per il tesoro; era lì per cercare l’oracolo dell’Altro, fiducioso che l’Altro avrebbe scelto di parlargli. Aveva bisogno della conferma dell’oracolo; non era per questo che si era portato Gankis come testimone? Gankis era uno dei pochi a bordo della sua nave che di solito non infiorettava le avventure. Non solo l’equipaggio della Marietta, ma qualsiasi pirata a Borgo Baratto avrebbe accettato per vera la versione di Gankis. Inoltre… se l’oracolo che Gankis avrebbe ascoltato non si adattava agli scopi di Kennit, non sarebbe stato difficile eliminare il vecchio pirata.

Kennit è sicuramente uno dei personaggi più interessanti creati dalla Hobb, che sento avrà un ruolo chiave per la storia; è uno di quei personaggi che probabilmente si potrà inquadrare solo alla fine della trilogia. Kennit è il capitano molto abile di una nave pirata ed ha ambizioni molto elevate: diventare re dei pirati. A quanto pare la buona sorte lo assiste in qualsiasi cosa lui faccia, nonostante sia uno stronzo di prima categoria: fosse per lui ucciderebbe chiunque gli intralci la via, non si fida di nessuno ed è in generale molto sprezzante ed irritabile. Un personaggio quindi, da non inimicarsi. Un dettaglio curioso di Kennit è che riesce a farsi voler bene da chiunque suo malgrado!

flareonKyle Heaven

Uno dei pochi personaggi non pov rilevanti de La nave della magia: un uomo molto ambizioso del Chalced, le cui probabilità di guidare una nave vivente erano pari a zero… se non fosse per l’opportuno matrimonio con Keffria. Kyle è un uomo tremendo, specialmente nei confronti di Althea e del figlio Wintrow, eppure in alcune occasioni sembra mostrare una grande lucidità e un genuino interesse nel risolvere i problemi economici della famiglia Vestrit. Sicuramente in questo ravviso la capacità di Robin Hobb di creare personaggi negativi con una logica e dei ragionamenti sensati. Potrebbe essere interessante riflettere insieme su un parallelismo tra i due capitani, Kennit e Kyle, che metto però sotto spoiler.

Mostra spoiler
Ho trovato curioso che un pirata come Kennit finisca per distruggere le navi degli schiavisti, mentre Kyle utilizzi una nave vivente proprio per trasportare gli schiavi. Sembra proprio che la Vivacia sia molto più adatta ad un uomo come Kennit (che riesce a sedurla) rispetto a Kyle (che vuole utilizzarla per questo scopo ignobile).

flareonMalta

Malta è la figlia di Keffria e Kyle: la vediamo solo di sfuggita all’inizio e dopo la metà de La nave della magia ha dei capitoli a lei dedicati. Malta è una boccata di aria fresca in un mondo di personaggi adulti e seri: è una ragazzina i cui pensieri riguardano i ragazzi, i balli, la vita mondana, i gioielli… tutti discorsi vietati in casa da ormai molto tempo dalla malattia di Ephron. Malta si ritrova in una situazione imbarazzante con un uomo della Giungla delle Piogge, con cui inizia senza saperlo un corteggiamento! Sono molto curioso di come si evolveranno le cose nei prossimi volumi.

Conclusioni

Approcciando a La nave della magia ero pieno di dubbi: sarà all’altezza della Trilogia dei Lungavista? Non è che mi annoio? Devo leggere per forza questi libri prima di tornare al mio amato Fitz? Per fortuna tutti questi dubbi sono stati fugati: il primo libro del Mercanti di Borgomago è bellissimo e di notevole complessità, e non ha niente da invidiare alla prima trilogia! Una volta iniziato mi ha coinvolto fin da subito, trascinandomi in un mondo nuovo con personaggi originali e intriganti. Se temete di annoiarvi con l’ambientazione “marinaresca” posso tranquillizzarvi: è una componente ben scritta, ponderata e non è mai noiosa. Il focus è sulle relazioni umane e sull’avventura, un mix decisamente perfetto (è una trilogia molto più dinamica rispetto a quella di Fitz). Che dire: un tassello importante nell’affresco creato da Robin Hobb, che sicuramente stimola la lettura della saga! La nave della magia è stato ristampato di recente da Fanucci Editore con una bellissima veste grafica, quindi non avete scuse per non leggerlo!

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