Recensione – Prima persona singolare di Haruki Murakami

Eccomi qua a commentare l’ultima opera uscita in Italia di un autore molto amato, Haruki Murakami: sto parlando di Prima persona singolare, una curiosa raccolta di racconti molto personali. Dico curiosa perché alcuni di questi racconti sono usciti sul New Yorker (parlo, nello specifico, de La crema della vita, With the Beatles e Confessione di una scimmia di Shinagawa). Non è molto chiaro il fine o il proposito di questa antologia: una raccolta di storie recenti? Oppure una raccolta di storie personali? Sia come sia, Prima persona singolare è stata purtroppo una lettura un po’ noiosa: le storie sono fiacche, con poca inventiva (con un’unica eccezione, il racconto sulla scimmia). Forse per adesso Murakami non è particolarmente ispirato, non saprei. Qualche frase interessante è sparsa qua e là, ma niente di così memorabile.

Titolo Prima persona singolare
Autore Haruki Murakami
Data 2021
Pubblicazione italiana 2020
Editore Einaudi
Traduttore Antonietta Pastore
Titolo originale 一人称単数
Pagine 143
Reperibilità Reperibile online e in libreria

Su un cuscino di pietra

Questo racconto riguarda l’incontro di un uomo con una donna avvenuto in un indeterminato passato: un espediente tipico di Murakami, che si lascia andare ai ricordi di persone che lo hanno specificatamente colpito. Insomma, i due finiscono a letto insieme, e lei gli dice che scrive tanka. Qualche giorno dopo, all’uomo arriva via posta una piccola antologie di queste brevi composizioni.

Spezzare
essere spezzati
se poso la nuca
sul cuscino di pietra
ecco, è diventato polvere.

La crema della vita

Anche in questo caso il racconto riguarda un ricordo bizzarro del protagonista. Da ragazzo riceve un invito a un concerto tenuto da una sua ex compagna di liceo, ma una volta recatosi lì si rende conto di trovarsi in una zona residenziale: nessuna sala per concerti. Infuriato, mentre torna indietro decide di fermarsi in un giardino molto curato, dove inizia una conversazione strana con un vecchietto.

[…] A questo mondo non c’è nulla che abbia valore e si possa ottenere senza sforzo, non una singola cosa, non ti illudere! – rispose lui come se sputasse fuori le parole. Poi si schiarí la gola, quasi stesse per iniziare un altro paragrafo: – Ma se ce la fai, se mettendoci tempo ed energia realizzi un obiettivo quasi inarrivabile, diventerà la crema della tua vita.
– La crema? – In francese c’è l’espressione la crème de la crème, la conosci? No, dissi. Non conoscevo neanche una parola, di francese.
– La crema della crema. Significa la cosa migliore che ci possa essere. La quintessenza della vita. Hai capito? Tutto il resto è noia, è privo di interesse.
In quel momento, non riuscivo a cogliere veramente il significato del discorso di quel vecchio. La crème de la crème? – Pensaci bene, – disse lui. – Chiudi di nuovo gli occhi, e spremiti le meningi. Un cerchio con molti centri, ma senza circonferenza. Il tuo cervello è fatto per riflettere su problemi difficili. Per aiutarti a capire qualcosa che prima ti era incomprensibile. Non puoi lasciarti andare, poltrire. Questo è un momento cruciale. Un periodo in cui la tua mente e il tuo spirito si formano, si rafforzano.

Charlie Parker Plays Bossa Nova

Vi piace il Murakami che parla di jazz? Ecco, questo è uno di quei racconti che parla di musica. La premessa non è male: da studente, il protagonista pubblica un articolo su un album mai esistito… il resto si perde nel realismo magico.

With the Beatles

Uno dei brevi racconti comparsi sul New Yorker. Quando non parla dei Beatles, Murakami parla di un uomo che ricorda la sua prima ragazza; curiosamente, il fulcro non è lei, ma il fratello che incontra solo due volte in tutta la sua vita.

Antologia poetica per gli Yakult Swallows

Un racconto autoreferenziale interamente dedicato al baseball. Con tanto di poesie sul baseball.

Carnaval

Dire che era la donna piú brutta che avessi mai conosciuto sarebbe ingiusto. In realtà, ce n’erano di ben più brutte di lei, e parecchie. Tuttavia, non è sbagliato affermare che fra tutte quelle associate in qualche maniera alla mia vita, o profondamente radicate, ognuna a suo modo, nel terreno della mia memoria, lei era decisamente la più brutta. Potrei anche usare l’eufemismo «non bella», certo, ed è probabile che i lettori − soprattutto le lettrici − l’accoglierebbero più favorevolmente. Permettetemi invece di usare con franchezza (diciamo pure con una certa brutalità) l’aggettivo «brutta». È la parola più pertinente alla sua vera natura.

Dopo una lunga introduzione sulle sue caratteristiche fisiche della donna in questione e le sue riflessioni a riguardo, inizia la storia vera e propria. Niente di memorabile.

Confessione di una scimmia di Shinagawa

Ecco finalmente il Murakami che amiamo tutti, quello del realismo magico, quello che ci parla di scimmie parlanti come se fosse la cosa più normale di questo mondo. Il racconto si collega a un altro racconto, presente nell’antologia I salici ciechi e la donna addormentata; chi lo ha letto di recente, si ricorderà della scimmia che ruba i nomi. A mio avviso la storia più interessante di Prima persona singolare.

– Sa cosa penso? Che l’amore sia il combustibile di cui abbiamo bisogno per andare avanti nella vita. L’amore a un certo punto può finire, certo. Oppure non portare a nessun risultato. Ma anche se si spegne, anche se non è più corrisposto, possiamo sempre conservare il ricordo di aver amato qualcuno, di essere stati amati. E questo diventa una fonte di calore. Senza la quale il cuore di una persona − di una scimmia − diventerebbe gelido e deserto come una landa selvaggia. Un posto dove non arrivano i raggi del sole, non sbocciano i fiori della pace, non crescono gli alberi della speranza. Il nome di quelle sette bellissime donne che un tempo ho amato, lo tengo gelosamente custodito qui, nel mio cuore –. Cosí dicendo, la scimmia poggiò il palmo della mano sul petto peloso. – Nella mia vicenda personale, durante il tempo che ancora mi resta, intendo usarlo come la mia piccola riserva di carburante per scaldarmi un poco nelle notti fredde.

Prima persona singolare

Ecco, questo è uno dei racconti che mi ha fatto innervosire. Il protagonista esce di casa, incontra una donna al bar, la donna lo insulta per un avvenimento accaduto anni fa, lui si alza e se ne va. Fine. L’uomo rimane di sasso a chiedersi che torto avrà mai fatto, ma ovviamente non lo scopriamo. Non mi piacciono molto questi racconti inconcludenti stile Sonno. Posso apprezzarne uno ogni tanto, ma questa raccolta è così smorta che arrivato alla fine speravo in qualcosa di più di impatto!

Conclusione

Sono un fan di Murakami, ho comprato tutto i suoi libri e continuerò a leggerlo. Prima persona singolare, con mio grande rammarico, può essere tranquillamente skippata. Potrebbe essere interessante solo per una questione di completezza per chi ama davvero Murakami, ma aggiunge davvero poco di interessante alla sua produzione. Peccato! Concludo con una frase direttamente dall’ultimo racconto, Prima persona singolare (giuro!).

Intanto io ero quasi arrivato alla fine del libro, ma la storia non sembrava riservare nessuna bella sorpresa.

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